BOCCACCIO, Giovanni.

(Ameto). Comedie del excelentissimo poeta miser Johanni Boccatio da Certaldo.

(In fine:) Venetiis, per Georgium de Rusconibus mediolanensem, XIX dec. MCCCCCIII (Venezia 1503),

in-folio (mm.300x205), ff. 75 non num. (segn. A-H8, I4, K7, manca l'ultimo foglio bianco). Leg. 800.esca d'amatore in pieno. marocchino blu, duplice riquadro oro sui piatti, titolo su tassello rosso e ricchi fregi oro al dorso, dentelle int. Tit. in car. semigotico, testo in car. rom., iniziali silografiche ornate, marca tip. in fine. Al verso del tit. trovasi una prefazione o avviso ("Zilius De hiis quae Iohannes Boccatius edidit") che cita le opere composte dal Boccaccio; segue la lunga "Epistola" a Pino De Rossi (consolatoria per il di lui esilio), seguono due lunghe canzoni non composte dal Boccaccio, bensì attribuite, in vari codici antichi mss., a Jacopo Sanguinacci, poeta del XV sec.; è invece di Boccaccio la ballata "Il fior che ‘l valor perde" al recto del f. 14, dopo la quale inizia il testo di "Ameto". Terza edizione, rarissima, dell'Ameto (la prima è del 1478, la seconda dell'anno successivo), celebre «favola idillico-allegorica, nota anche sotto il titolo di "Commedia delle ninfe fiorentine" o "Ninfale d'Ameto". Composta, con tutta probabilità, fra il 1341 e il 1342, l'opera è in prosa. intercalata da brani lirici in terza rima, conformemente ai modelli medievali...» (Diz. Bompiani, Opere I, p. 110). Nonostante il titolo plurale ("Comedie"), il contenuto del vol. è quello dettagliatamente riferito sopra. Esempl. stupendo, di provenienza nobiliare inglese (due ex-libris applicati nei contropiatti), a grandi margini, assai fresco (brevi eleganti postille ms. coeve nel margine dei dei primi 14 ff.).

Bacchi della Lega pp. 98-9. Zambrini col. 140-1. Gamba 200, note. STC 107. Adams, B-2129.

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