PINGONIUS, Philibertus.

Augustae Taurinorum.

Taurini, apud Haeredes Nicolai Bevilaquae, MDLXXVII (Torino 1577),

in-folio (cm.31x22), pp. 133, (15 nn.), carattere romano, corsivo e greco, tutte le pagine entro filetti. Legatura coeva piena perg. rigida con riquadri impressi a secco ai piatti, titolo manoscritto al dorso. Bordura silografica al titolo con al centro grande stemma di Torino. Opera illustrata da 11 medaglie silogr. n.t. e da una grande pianta di Torino a volo d'uccello ripieg. f.t. (mm. 358x450 e margini bianchi), titolo su nastro che sormonta lo stemma sabaudo, a sinistra stemma del Piemonte e a destra quello della città , in basso a sinistra dedica a Carlo Emanuele I entro cartiglio, lungo il lato destro leggenda con 39 richiami. Vari capilettera e finalini figurati. La pianta topografica di Torino, incisa in legno da Giovanni Crigher dal disegno di Giovanni Caracha, è la più antica pianta o veduta della città , straordinario documento di enorme importanza storica ed urbanistica e di notevole rarità. Emanuele Filiberto Pingone, Barone di Cusy (Chambéry 1525 - Torino 1582), nominato da Emanuele Filiberto Consigliere di Stato, Referendario, Gran Cancelliere e Riformatore dell'Università , fu figura di grande spicco nella vita culturale e politica torinese del Cinquecento. Nel 1562, poco prima di "liberare" Torino, il duca lo incaricò di gestire lo Studio della capitale, una volta che questa fosse tornata sotto il controllo sabaudo. Quando, nel febbraio 1563, il duca fece ingresso ufficiale a Torino, gli affidò la stesura dei testi per gli apparati festivi allora realizzati e descritti inella presente opera (le iscrizioni sono allepp. 125-129). Bell'esemplare, assai marginoso, di quest'opera di leggendaria rarità, completo della preziosa pianta di Torino nitidamente inchiostrata e impressa, perfettamente conservata. Qualche ingiallitura isolata, antico restauro a piccola porzione del margine inferiore del foglio di titolo.

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