VERGILIO, Polidoro.

De gli Inventori delle cose, libri otto.

Tradotti per Francesco Baldelli...Fiorenza, Filippo Giunti, 1592,

in-4, pp. (24), 426, (46), leg. coeva p. perg., tit. ms. al dorso (con lieve difetto). Impresa tipogr. al tit., iniz. silogr., car. tondo e passi in corsivo. Dedica del traduttore, il poeta Francesco Baldelli, ad Ottavio Imperiali ed altra dell'autore a Lodov. Odassio dat. 5 agosto 1499. Ristampa di questa traduzione (apparsa nel 1587 presso gli stessi Giunti), e seconda traduzione dopo quella di P. Lauro (1543). Celebre interessante opera enciclopedica, apparsa in latino nel 1499; ebbe immensa diffusione e varie traduzioni, ma, essendo impostata secondo criteri razionalistici nella spiegazione dell'origine delle cose, venne messa all'Indice. L'autore (Urbino 1470 ca.- 1555) fu storico e letterato, insegnante a Bologna; stabilitosi in Inghilterra, ebbe il favore dei re Enrico VII, che gli affidò l'incarico di scrivere la "Historia Anglica", e di Enrico VIII; nel 1498 aveva pubblicato il "Proverbiorum libellus" che precede di due anni gli "Adagia" di Erasmo, da cui si dolse di non essere stato ricordato, ma col quale tuttavia mantenne profonda amicizia. Ottimo esempl.

Manca all'Adams. Camerini II, 189. BMC 720 (ed. 1587).
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