CELLINI, Benvenuto.

Vita di B. Cellini, orefice e scultore fiorentino, scritta da lui medesimo.

Restituita alla sua lezione originale sul manoscritto Poirot ora Laurenziano ed accresciuta d'illustrazioni e documenti inediti da Francesco Tassi. Firenze, Guglielmo Piatti, 1829, 3 vol. in-8, pp. LXVII, 460; 616; 570, (2); pregevole legatura del tempo m. pelle, dorsi a nervi con tit. e fregi oro negli scomparti. Con ritr. dell'a. accuratamente inc. da Maurizio Steinla da un dipinto di Vasari in antiporta e 6 tavole f.t. inc. da Lasinio su dis. di G. Rossi (due nel I vol.: facsimile d'autografo su doppia pag. e stemma di famiglia; 4 nel II: Saliera, Cosimo I, Bindo Altoviti, Perseo). Seconda ''stimabile edizione'' (la prima era apparsa a Napoli l'anno precedente) della celebre opera, ben curata da Franc. Tassi, «che profittò di un codice in parte autografo, e vi aggiunse ''Ricordi, Documenti, Racconti e Lettere'' di Benvenuto qua e là raccolti, sì già editi che inediti» (Gamba). L'autobiografia del grande artista fiorentino (1500-71), dettata ad un garzone di bottega tra il 1558 e il 1566 e incredibilmente rimasta inedita per oltre un secolo e mezzo, è insieme fonte di storia dell'arte di grande importanza, documento umano di primissimo ordine e monumento letterario per vivacità di stile e di lingua. Tra le molte traduzioni spicca quella tedesca di Goethe, da lui commentata. Ottimo esemplare. Gamba 338. Schlosser p.362-3 (ediz. orig.): «.. monumento unico nel suo genere anche nella letteratura italiana.. La sua importanza oltrepassa di molto il campo limitato dell'arte.. Essa offre non solo ricchissima materia per la storia dell'uomo e del suo tempo..».
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