Antiquitates Romanae (trad. Lapus Biragus).

(In fine, colophon:) Impressum Tarvisii, per Bernardinum Celerium de Luere. Anno Chr. Nati. M.CCCC.LXXX..(Treviso, Bernardinus Celerius, 1480),

in-folio (mm 285x210), ff. (299, su 300 mancando il primo bianco), carattere romano. Legatura moderna in pergamena, dorso a nervi. Prima edizione tradotta dal greco in latino delle parti giunte sino a noi della Storia di Roma, dalle origini al 264 a.C., cioè, fino all'inizio delle prima guerra Punica, ed all'inizio della storia di Polibio. Il traduttore Lapus Biragus, afferma di essersi basato su 2 codici greci manoscritti trovati nella biblioteca di Papa Paolo II (1464-71), il quale è anche il dedicatario della presente traduzionee. Le "Antiquitates Romanae", sono la prima ed unica opera impressa a Treviso dalla Stamperia di Bernardino Celerio, già attivo a Venezia e Padova nel 1478, tipica figura di tipografo itinerante le cui edizioni erano impresse in pochi esemplari. La tiratura di quest'esemplare corrisponde a quella della British Library (esempl. IB28412B, Goff, variante b). Nelle linee iniziali del colophon è leggibile il nome del traduttore: "Lappus Biragus Flor". Buon esempl. su carta forte, con chiose coeve nel margine, (minimi lavori di tarlo ai primi 20 ff., e restauro nel margine del f. 4 e 5).

Si tratta dei primi due libri stampati a Reggio Emilia da Franccesco MAZZALI (Mazali), parente di un Alberto, anch'egli tipografo a Reggio. Per entrambi, comunque, è soltanto la loro attività di tipografi a testimoniarne l'esistenza; più verosimilmente si tratta di due appartenenti alla stessa famiglia che, a breve distanza di tempo uno dall'altro, si dedicarono all'arte tipografica.

I primi ad introdurre l'arte tipografica a Reggio Emilia furono i fratelli Lorenzo e Bartolomeo Bruschi (detti anche Bottoni) i quali stamparono nel 1480 i Rudimenta grammatices di Nicolò Perotti.

Francesco Mazzali nell'ottobre 1494 sottoscrisse la seconda parte dell' Historia Latina di Appiano (IGI, 767). Curiosamente, la prima parte sarebbe stata impressa soltanto nel gennaio 1495 nella vicina Scandiano, con gli stessi caratteri e nello stesso formato ma riportando nella sottoscrizione il nome di Pellegrino Pasquali al posto di quello di Francesco (IGI, 765). Non si conoscono i motivi del trasferimento della stampa dell'Appiano, né perché Francesco non abbia firmato alcuna edizione per oltre quattro anni, ma il tutto conferma quanto fosse usuale un interscambio tra artigiani e torchi – principalmente legato a fattori economici – all'interno di un'area geografica che andava da Bologna, a Reggio Emilia a Parma, a Scandiano.

Il nome di Francesco Mazzali ricompare a Reggio, nel colophon delle Antiquitates Romanae di Dionigi di Alicarnasso (IGI, 3485) nel novembre 1498. L'anno seguente produsse qualche altro libro, fino a quello che rappresenta senza dubbio il punto più alto della sua attività: i Sonetti e canzoni di Matteo Maria Boiardo (IGI, 1856). Boiardo orì prima di vedere pubblicato il suo Canzoniere. È lecito supporre che il contributo del Mazzali abbia anche comportato un intervento filologico e ed editoriale: l'opera di Boiardo è ben curata tipograficamente e contiene anche un sonetto di Bartolomeo Crotto in lode del poeta e delle sue rime.

A conferma dell'importanza dell'officina tipografica di Francesco a Reggio Emilia, è da segnalare che con lui per la prima volta appare nella tipografia reggiana l'impresa dello stampatore. La si trova nel già citato Dionigi di Alicarnasso del 1498, nel Canzoniere del Boiardo e nell'antologia degli Scriptores rei rusticae del 1499. L'adozione di una specifico marchio da parte di Francesco rappresenta l'esigenza di rendere identificabili con certezza i prodotti della sua officina tipografica nel momento in cui cominciava a essere diffusa la produzione di contraffazioni o il riutilizzo di edizioni stampate. L'impresa del Mazzali è assai elegantemente disegnata e incisa su fondo nero con motivo di steli di fiori bianchi e con la croce basata su una secante di un cerchio che divide le lettere «F.M.»..

Si tratta dei primi due libri stampati a Reggio Emilia da Franccesco MAZZALI (Mazali), parente di un Alberto, anch'egli tipografo a Reggio. Per entrambi, comunque, è soltanto la loro attività di tipografi a testimoniarne l'esistenza; più verosimilmente si tratta di due appartenenti alla stessa famiglia che, a breve distanza di tempo uno dall'altro, si dedicarono all'arte tipografica.

I primi ad introdurre l'arte tipografica a Reggio Emilia furono i fratelli Lorenzo e Bartolomeo Bruschi (detti anche Bottoni) i quali stamparono nel 1480 i Rudimenta grammatices di Nicolò Perotti.

Francesco Mazzali nell'ottobre 1494 sottoscrisse la seconda parte dell' Historia Latina di Appiano (IGI, 767). Curiosamente, la prima parte sarebbe stata impressa soltanto nel gennaio 1495 nella vicina Scandiano, con gli stessi caratteri e nello stesso formato ma riportando nella sottoscrizione il nome di Pellegrino Pasquali al posto di quello di Francesco (IGI, 765). Non si conoscono i motivi del trasferimento della stampa dell'Appiano, né perché Francesco non abbia firmato alcuna edizione per oltre quattro anni, ma il tutto conferma quanto fosse usuale un interscambio tra artigiani e torchi – principalmente legato a fattori economici – all'interno di un'area geografica che andava da Bologna, a Reggio Emilia a Parma, a Scandiano.

Il nome di Francesco Mazzali ricompare a Reggio, nel colophon delle Antiquitates Romanae di Dionigi di Alicarnasso (IGI, 3485) nel novembre 1498. L'anno seguente produsse qualche altro libro, fino a quello che rappresenta senza dubbio il punto più alto della sua attività: i Sonetti e canzoni di Matteo Maria Boiardo (IGI, 1856). Boiardo orì prima di vedere pubblicato il suo Canzoniere. È lecito supporre che il contributo del Mazzali abbia anche comportato un intervento filologico e ed editoriale: l'opera di Boiardo è ben curata tipograficamente e contiene anche un sonetto di Bartolomeo Crotto in lode del poeta e delle sue rime.

A conferma dell'importanza dell'officina tipografica di Francesco a Reggio Emilia, è da segnalare che con lui per la prima volta appare nella tipografia reggiana l'impresa dello stampatore. La si trova nel già citato Dionigi di Alicarnasso del 1498, nel Canzoniere del Boiardo e nell'antologia degli Scriptores rei rusticae del 1499. L'adozione di una specifico marchio da parte di Francesco rappresenta l'esigenza di rendere identificabili con certezza i prodotti della sua officina tipografica nel momento in cui cominciava a essere diffusa la produzione di contraffazioni o il riutilizzo di edizioni stampate. L'impresa del Mazzali è assai elegantemente disegnata e incisa su fondo nero con motivo di steli di fiori bianchi e con la croce basata su una secante di un cerchio che divide le lettere «F.M.»..

HC *6239. BMC VI, 895 (IB28412b). GW 8423. Oates 2463. Proctor 6490. Goff D-250.

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