MONTUCCI, Antonio.

De studiis sinicis, in imperiali Athenaeo Petropolitano recte instaurandis dissertatio isagogica.

Berolini, impensis Caroli Quien, MDCCCVIII,

in-4 (mm 31x24) pp. (6 compreso antiporta con ideogrammi) 27, (1); brossura muta, in astuccio in cartone. Il presente esemplare comprende due dediche ed una lunga lettera del Montucci a Bon-Joseph Dacier, Sécrétaire de l'Institut de France.In appendice all'opera è riprodotta la lettera, inviata nel 1804 all'autore da Staunton in risposta alla sua richiesta di sostenere la pubblicazione del dizionario (p. 25-27). Importante esemplare di questo studio, alone d'umido nel margine inferiore bianco, che non tocca il testo; fioriture della carta.

Montucci nacque a Siena il 22 maggio 1762. Dopo il soggiorno in Gran Bretagna, nel 1806 si stabilì a Berlino su invito di Federico Guglielmo III. Le guerre napoleoniche impedirono il finanziamento alle sue ricerche sinologiche, ma riuscì comunque ad approfondire grazie all'amicizia con Julius Heinrich von Klaproth. Due anni dopo pubblicò quest'opera, indirizzata all'Accademia Imperiale di San Pietroburgo, che include il Testimonium unicum de auctoris hujus dissertationis in Sinicis peritia ... / by Geo. Tho. Staunton.. Nei quattro mesi in cui gli interpreti risiedettero a Londra, Montucci entrò in contatto con loro, avendo ricevuto l'incarico di assisterli nella redazione della lettera di Giorgio III all'imperatore della Cina che lord Macartney avrebbe dovuto consegnare. Una copia del documento, conservato nella Biblioteca Vaticana (Borgiano cinese, 394), venne eseguita da Montucci il 29 febbraio 1804 per Staunton. Un esame della scrittura consente di accertare che i 992 caratteri del testo furono scritti da Montucci e non, come afferma Pelliot (1995, p. 43), «par une main chinoise». Persa ogni speranza di poter pubblicare il dizionario cinese, Montucci nel 1825 vendette a papa Leone XII la sua preziosa collezione di libri e i caratteri cinesi che aveva fatto fondere per la stampa del dizionario a partire dal 1810, poi trasferita presso il museo Borgiano di Propaganda Fide e in fine acquisita dalla Biblioteca Vaticana. In ogni caso, Montucci fu uno dei pochissimi sinologi del suo tempo formatosi al di fuori del mondo missionario e coloniale e gli deve essere attribuito il merito di avere costituito la più ricca biblioteca d'Europa sull'argomento.

Rarissimo: questa copia, arricchita dalla lettera su 17 linee a Dacier, è tra i pochissimi esemplari censiti, figurava nella vendita del 1833 del "catalogue de la bibliothèque du feu le B.on Dacier," al n. 502.

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