MELA, Pomponio - SOLINO, Gaio Giulio.

I tre libri del sito, forma, e misura del mondo. Tradotta per Messer Thomaso Porcacchi. 

Legato con: Delle cose maravigliose del mondo. Tradotto dall'Illustriss. S.Gio. Vincenzo Belprato Conte di Anversa. in Vinegia, appresso Gabriel Giolito, 1557,

Due opere in un tomo, 8vo piccolo (15x10cm), pp. 111, (1); 237, (1), con numerosi capilettera decorati e testatine xilografiche. Ai frontespizi impresa tipografica con la fenice sulle fiamme che si sprigionano da anfora retta da 2 satiri con iniziali GGF. In alto motto: De la mia morte eterna vita i vivo. In basso: Semper eadem. Al verso dell'ultima carta di entrambe le opere altra marca con fenice rivolta al sole, ad ali spiegate su fiamme che si sprigionano da globo alato recante le iniziali GGF. Motto: Semper eadem.

Legatura in piena pergamena rigida coeva con titolo manoscritto al dorso, tagli spruzzati. Le due opere, analoghe nell'argomento e con stesso stampatore, furono anticamente rilegate insieme dal primo possessore.

L'opera del Mela, composta nel I secolo, è la più antica opera geografica conservata della letteratura latina e con essa l'Autore volle descrivere il mondo conosciuto all'epoca, seguendo le coste mediterranee in senso antiorario e concentrandosi principalmente sulla descrizione fisica dei luoghi. La presente è la prima edizione in lingua volgare, molto rara, oltre che unica edizione in volgare impressa nel corso del '500, consultata per i trecento anni a seguire. Dedica a stampa del volgarizzatore, il Porcacchi (1530-1582), a Giovan Battista Bottigella. 

L'opera del Solino, vissuto nel III secolo, è meramente compilativa: l'Autore attinse infatti a piene mani dalla Naturalis Historia di Plinio il Vecchio, dalla Chorographia di Pomponio Mela e da Svetonio. Prima edizione della traduzione italiana, con dedica a stampa di Ludovico Dolce al volgarizzatore Vincenzo Belprato, il quale dedicò questa edizione a Dianora Sanseverina. (cfr. Bongi:"ne fu editore il Dolce che vi antepose una lettera senza data allo stesso traduttore.. Per quanto ne sappiamo, fu questa la prima traduzione italiana del geografo latino...fu riprodotta nel 1559").

Alcune macchiette e aloni sparsi che interessano principalmente le prime e le ultime pagine. Esemplare genuino e saldamente legato.

 

Bongi, Annali di Giolito, II, 17-19. Haim p.31: ''rarissimo''.

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