PESSUTI, Gioacchino.

Descrizione, maneggio ed usi del teodolitoistrumento più di qualunque altro sicuro, spedito ed universale per tutte quasi le occorrenze di un ingegnere.

Roma, Stamp. Giov. Zempel, 1794,

in-8, pp. 139, legcoeva in m. pelle, titolo su tassello e fregi in oro al dorso, tagli marmorizzati. Con una tav. inc. in rame ripieg. f.t. raffig. lo strumento «destinato a misurar le lunghezze, le larghezze, le distanze, le altezze e le profondità; e si componeva d'un cerchio orizzontale e d'un mezzo cerchio verticale...; stentò, più d'altri strumenti, ad accoppiarsi al telescopio...». Ne fu probabile inventore l'inglese Leonardo Digges (cfr. Boffito, Gli strumenti della scienza, p. 85). L'opera descrive il Teodolite costruito, sotto la direzione del Pessuti, dal macchinista Venturini su richiesta del Cardinale Fabrizio Ruffo per i lavori di fortificazione del porto di Civitavecchia. A detta dell'Autore, si tratta del primo lavoro simile eseguito in Italia, come pure la prima opera italiana dedicata al Teodolite la cui unica descrizione accurata era di Adams (Londra 1793). Ottimo esemplare, marginoso e fresco (poche fioriture alla tavola ripiegata).

Manca a Riccardi.

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