Electricorum effectuum explicatio quam ex principiis newtonianis deduxit, novisque experimentis ornavit.

Patavii, ex typographia Joan. Conzatti, 1751,

in-8 (190x 125), pp. (16), 157,(1); cartonato rustico, titolo manoscritto al dorso.Prima edizione.Andrea Bina (Milano, 1º gennaio 1724 – 8 marzo 1792) geologo, matematico e fisico italiano, noto soprattutto per l'invenzione del sismografo,ebbe vivo interesse per la fisica, specialmente per gli studi di elettrologia. Tradusse dal tedesco in latino il trattato di fisica sperimentale di Chr. Wolff, aggiungendo alla fine di ciascuno dei due volumi una propria dissertazione, rispettivamente sui tubi capillari e sui fenomeni elettrici. Le aggiunte avevano lo scopo di aggiornare l'opera del fisico tedesco, e di porre in rilievo i fenomeni capillari e gli elettrici, ritenuti dal B. i più generali fenomeni della natura, tra loro legati nella conducibilità elettrica, un fenomeno, secondo lui, di capillarità per il fluido elettrico. L'Electricorum effectuum explicatio costituisce la dissertazione aggiunta al secondo volume della traduzione latina del testo di fisica del Wolff. Al saggio sull'elettricità seguì, nello stesso anno, un Ragionamento sopra la cagione de' terremoti, in un certo senso collegato al precedente. I fisici del tempo, impressionati dagli effetti fisiologici della scarica della bottiglia di Leida, recentemente (1745) scoperta, avevano finito per credere che "tutto sia elettricità", come scrive il Bina. Ottimo esemplare, in magnifico stato di conservazione. Al contropiatto anteriore ex-libris inciso tardo settecentesco - con stemma marchionale della panoplia con lo scudo con al centro una stella - della famiglia Dionisi, tra le più antiche della nobiltà di Verona: il marchese Gabriele (1719-1808) fu l'artefice della ristrutturazione della villa a Ca' del lago di Cerea nonché del riordino e aggiornamento della biblioteca. La famiglia Dionisi aveva destinato al piano nobile la funzione di libreria e sala di lettura, precoce esempio di centro culturale dove si riunivano artisti e letterati. Dopo la dispersione delle migliaia di volumi del fondo antico, conserva ora i libri sul mobile d'arte contemporaneo della Fondazione Aldo Morelato.

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