PUCCINELLI, Placido.

Historia dell'eroiche attioni della gran dama Uvilla, principessa della Toscana , duchessa di Spoleto e contessa di Camerino.

In Napoli, nella stamperia di Francesco Sauio, stampator della corte arciuescouale, 1643,

in-4 (223x165 mm), ff. 3 (mancante il secondo, che contiene la lettera "Al reu.mo P. Col.mo il padre / D. Stefano Figini president gener. della congreg. Cassinense"), pp. 48, ornate da testatine e capilettera, 2 monogrammi (pp. 33 e 35) e 1figura a m. pagina n.t. (p. 39), il tutto in xilografia. Legato in carta broccata secentesca. Edizione originale, rara, di quest'opera biografica dedicata alla figura di Willa (Uvilla o Vuilla in altre fonti) di Toscana, della dinastia degli Hucpoldingi, che fu madre di Ugo il Grande, Marchese di Toscana e Duca di Spoleto e Camerino. Dopo essere rimasta vedova, nel 968 circa, Willa si trasferì con il figlio Ugo, subentrato al padre come marchese di Toscana, da Lucca a Firenze, mettendo in atto uno spostamento di capitale, e nella città sull'Arno fondò, nel 978, il monastero benedettino della Badia Fiorentina. Padre Placido Puccinelli (1609 – 1685) fu monaco cassinense, storico ed erudito, dedito principalmente alla genealogia e alla prosopografia, ed infatti oltre alla Storia di Uvilla, documentò anche del figlio Ugo e di altre figure religiose legate alla Badia Fiorentina. Puccinelli scisse infatti diverse opere basate su documenti inediti dell'archivio della Badia, includendo numerosi dati e informazioni e spesso citando integralmente i documenti consultati. Le sue opere, ricche di dettaglio, ci tramandano testimonianze e documenti di cui altrimenti non si avrebbe nozione. Il presente esemplare, come altri censiti in varie biblioteche (tra cui Paris Mazarine e Biblioteca delle Oblate, Firenze), manca del secondo foglio (pi2 è stato rimosso e resta la braghetta), tra il frontespizio e l'avviso ai lettori, si tratta della dedica a Padre Stefano Figini, abate cassinense e benefattore dell'autore, lodato anche in altre sue opere. Ma l'abate Figini fuggì dalla peste di Milano abbandonando il monastero ed obbligando invece alcuni dei monaci a restare, tra essi c'era un caro amico di Puccinelli: Agostino Lampugnani, autore a propria volta e che criticò aspramente Figini. E' probabile che questa sia la spiegazione della mancanza della dedica in così tanti esemplari, forse per volere dell'Autore, o di altri monaci della Congregazione Cassinese. Esemplare genuino e marginoso, in barbe (sporadiche macchie, più marcate ai primi e ultimi ff.).

Lozzi, 1922.

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