TESAURO, Emanuele.

Inscriptiones quotquot reperiri potuerunt Opera et diligentia D. Emmanuelis Philiberti Panealbi, equitis, et in Augustotaurinensi Alma Universitate, Sacrorum Canonum Interpretis Primarij

Cum eiusdem notis et illustrationibus. Editio quinta ab impressionum antecedentium innumeris mendis Authoris manu expurgata, multisque inscriptionibus aucta. Torino, Typis Bartholomaei Zapatae, 1670,

in-folio, pp. (16), 640, (8), legatura in pergamena con dorso rinforzato in pelle. Precedono il testo il ritratto del Tesauro (in facsimile) e una antiporta allegorica, entrambi incisi da G. Tasnière. Tutte le pagine di testo sono incorniciate da elegante bordura tipografica. Importante opera di epigrafia sabauda. ''Molte di queste iscrizioni sono bensì onorarie, o suppositizie, molte fatte per esercizio letterario; ma si riferiscono perché alcune furono apposte a'monumenti nostri, benchè relativamente recenti, e perché trattasi dello scrittore, che nei tempi passati era giudicato principe degli epigrammisti piemontesi. Il Chambers (Dizionario Uni. di arti e scienze ad v. Lapidario) lasciò scritto che lo stile lapidario perduto colla rovina degli antichi monumenti, era stato rintracciato e rimesso in onore dal Tesauro'' (Manno). Il ritratto, per la sua notevole importanza iconografica, è ampiamente descritto nel volume ''Biblioteca Reale Torino'' a cura di Giovanna Giacobello Bernard.

Manno-Promis I, 1185.
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