L'Amoroso Convivio di Dante, con la additione, et molti suoi notandi, accuratamente rivisto et emendato.

(In fine:) Impresso in Vinegia per Marchio Sessa nell'anno di nostra salute regnante l'inclito Principe Andrea Gritti. MDXXXI (Venezia, 1531),

in-8, ff. (8), 112, bel carattere corsivo. Legatura 800sca in mezza pelle, titolo e fregi in oro al dorso, iniziali "R.T."sulla cuffia inferiore. Bordura silografata al titolo con putti, racemi e animali fantastici; impresa dei Sessa con il gatto al verso dell'ultimo f. Le prime 15 pagine contengono un dettagliato indice. Quarta edizione (prima 1490) del celebre Convivio dantesco in cui il poeta, mediante tre fra le sue rime immortali, espone la sua teoria politica ed etica, ed affronta il problema della lingua volgare, della scienza, della filosofia e della nobiltà auspicando un'armoniosa relazione tra potere spirituale e temporale. L'opera, di fondamentale importanza per la storia della letteratura italiana. nasce dagli studi filosofici cui Dante si era dedicato negli anni successivi alla morte di Beatrice. Nel proemio in 13 capitoli illustra la struttura generale… per quei lettori, uomini e donne desiderosi di conoscere, che per vari motivi non hanno ancora potuto accostarsi agli studi filosofici. Da qui la scelta del volgare, per la prima volta usato da Dante in un'opera di argomento dottrinale e non amoroso: tale scelta è appassionatamente difesa dall'autore, che la sostiene con vari argomenti tra cui spicca la considerazione che il volgare è lingua viva, dotata di caratteristiche stilistiche e espressive sconosciute al latino. Il secondo trattato è dedicato alla canzone Voi che 'ntendendo il terzo ciel movete: Dante spiega le circostanze in cui la lirica venne composta, ovvero il periodo seguente alla morte di Beatrice in cui lui cercò consolazione nello studio della filosofia. Il terzo tratta di Amor che ne la mente mi ragiona, la stessa intonata da Casella nel Canto II del Purgatorio e legata alla figura della donna gentile, esaltata secondo la poetica stilnovistica della «loda». Il quarto commenta Le dolci rime d'amor ch'i' solìa, che si estende per 30 capitoli invece dei 15 riservati alle due Canzoni precedenti. Dante esalta il concetto di monarchia universale voluta dal disegno provvidenziale di Dio attraverso la vicenda di Enea, la fondazione di Roma e del Papato (lo stesso concetto rielaborerà nella Commedia e nel De Monarchia).

Dante qui fonda la “prosa filosofica in volgare”, vincendo la scommessa di non utilizzare il latino per un'opera di tale impegno intellettuale: la vitalità e l'efficacia del volgare sarebbero state impensabili nel latino medievale, dal quale comunque trae l'equilibrio compositivo, e la complessità sintattica.

Rimasto incompiuto al quarto trattato, l'opera ebbe una diffusione manoscritta tarda: dei 45 codici sopravvissuti solo due sono trecenteschi, mentre gli altri sono del XV secolo, con lacune e passi scorretti, che il Folena attribuisce allo stato di abbozzo in cui il poeta lasciò il suo lavoro. Curiosa risulta anche la vicenda editoriale del Convivio: dopo la princeps del 1490 fu ristampato soltanto nel 1521, 1529 e 1531, rimanendo poi in un prolungato oblìo editoriale di quasi due secoli, che si interruppe solo nel 1723 con la quinta edizione nell'Opera Omnia per i tipi di Torrentini e Franchi. Il Bonaccorsi impresse tra il 1485 ed il 1495 una ventina di opere, per lo più in volgare, da Petrarca a Jacopone, da Pulci a Savonarola, ma questa è la sua unica edizione dantesca.

Le tre Canzoni vennero già ristampate nel 1491, insieme ad altre 15 inedite, in calce all'edizione della Commedia di Pietro de' Piasi e nella Giuntina di Rime del 1527, dal f. 36 r. al 40 r., senza evidenziare l'inizio della nuova composizione.

Ottima edizione di Crusca, spesso utilizzata in ambito accademico. Fresco esemplare con buoni margini.

Gamba 419. Mambelli 803. Sander 2331. Choix d'Olschki 197. BMC 208. Adams D-119. Sander n.2331.

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