DANTE.

La Divina Commedia di Dante, con gli argomenti, et allegorie per ogni canto.

Venezia, Niccolò Misserini, 1629,

in-24 (95x50 mm), pp. [6], 510, [24]; numerose inversioni nella fascicolazione dovute ad errori in fase di rilegatura, ma assolutamente completo. Carattere corsivo. Titolo entro struttura architettonica con ritratto di Dante nel riquadro superiore e l'emblema dello stampatore in quello inferiore. Bella legatura coeva à la Du Seuil, in marocchino rosso con fregi in oro. Piatti decorati da due bordure concentriche con angoli floreali, delimitate da filetti à l'ancienne. Dorso a quattro nervi, con titolo e fregi in oro; tagli dorati. Buon esemplare, con restauri alle cerniere e al piede.
Stampata nell'innovativo e compatto formato "ventiquattresimo lungo" inventato da Alessandro Paganini, è la terza e ultima edizione della Commedia pubblicata nel XVII secolo. Per quasi un secolo non fu ristampata nessun'altra opera di Dante.

Dal punto di vista testuale, l'edizione segue la Commedia del 1613, che era stata pubblicata dal tipografo vicentino Francesco Leni con il titolo La Visione. Il poema dantesco viene quindi presentato senza alcun commento o testo encomiastico o xilografia, fatta eccezione per gli argomenti e le allegorie di Lodovico Dolce e per la Tavola de vocaboli più oscuri usati da Dante, tratta dalla Commedia pubblicata nel 1554-1555 da Gabriel Giolito de' Ferrari. Tuttavia, anziché scegliere il titolo La Visione del 1613 - che Donato Pasquardi adottò per la seconda edizione seicentesca, pubblicata a Padova, sempre nel 1629 - Misserini mantiene il titolo tradizionale di Divina Commedia.

De Batines I, p. 102; Mambelli, n. 55

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