MARCOLINI, Francesco.

Le Sorti. Intitolate Giardino dei pensieri.

Venezia, Marcolini, 1540, in-folio (305x205 mm), ff. 104 (A-Z4, AA-CC4), bella legatura del XVII secolo in marocchino granata, triplice filettatura in oro ai piatti con terminazioni angolari vegetali, dorso a sei nervi con titolo in lungo nei compartimenti riquadrati da filetti in oro. Precede l'opera dedica a Ercole d'Este, duca di Ferrara (p. III) e proemio esplicativo ai lettori (pp. IV-V). Titolo, ad opera di Francesco Salviati, inciso da Marco Dente, raffigurante un gruppo di uomini e donne intenti a discorrere e a consultare il libro del Marcolini nel "Giardino di pensieri"; Cervolini (Marcolini, p. 20) e Mauroner (Incisione di Tiziano, 42) attribuiscono però l'ideazione del disegno del frontespizio a Tiziano. Al verso del titolo ritratto dell'autore a piena pagina racchiuso entro cornice architettonica sorretta da due cariatidi (la stessa usata dal Marcolini nei volumi del Serlio e dell'Aretino, impressi qualche anno prima). Alle pp. VI-VII elenco dei 50 quesiti che si possono rivolgere al libro (suddivisi tra uomini, donne e per uomini e donne) e rimando alle 50 tavole relative. La prima sezione del libro contiene 50 silografie poste nella parte superiore del recto di ogni foglio raffiguranti immagini simboliche, vizi e virtù, accompagnate da 90 carte da gioco che circondano l'incisione e da altre 45 carte disposte nel verso della carta a fronte disposte a forma di croce. In base al responso delle carte il giocatore deve andare a consultare una delle cinquanta sezioni dei filosofi: nel margine superiore sinistro di ogni doppia pagina compere una silografia con un filosofo dell'antichità accompagnato da 31 risposte collocate sulla sinistra e da altre 24 sulla destra. Le risposte ai quesiti sono poste in forma di terzine scritte da Ludovico Dolce. Ogni terzina ha al fianco una coppia di carte da gioco; al verso dell'ultima carta impresa tipografica del Marcolini inserita in un elaborato cartiglio con volute, intorno al quale si intrecciano un ramo d'ulivo ed uno di quercia. Prima edizione in perfetto esemplare di uno dei più famosi giochi di fortuna del Cinquecento, realizzato su imitazione dei giochi di Lorenzo Spirito e Sigismondo Fanti. Rispetto alla precedente tradizione di genere il Marcolini imposta la doppia pagina di stampa su un registro parallelo, iconografico e verbale; la struttura tradizionale del libro è inoltre ripensata, sovvertendo la tradizionale recto verso di ogni carta e immaginando per la prima volta un intero volume da leggere a doppia pagina, tenuto insieme da un complicato sistema di rimandi interni che il giocatore apprende alle pagine iniziali. Gli strumenti del gioco diventano il libro stesso e un mazzo di carte, che dovrà gestire il giocatore a cui capita la carta più alta del mazzo. L'opera si configura come un inesauribile repertorio di modelli e situazioni figurative; è ipotizzabile che la l'impressione avvenisse in stadi diversi: stampando prima la cornice esterna quindi le immagini interne e per ultimo il testo, seguendo il modello consueto per la stampa di edizioni musicali (il Marcolini d'altronde si era formato presso il Petrucci, come incisore di testi musicali). Magnifico esempio di libro che diventa oggetto, da leggere, da vedere e da maneggiare. Mortimer 279. Sander 4231. Brunet iii, 1407-1408, Suppl. I, 941. Essling II, 670. Cicognara 1701: “rarissimo a trovarsi di bella conservazione”. Rosenthal, 1385. L. Nardin, Carte da gioco e letteratura fra Quattrocento e Ottocento, Lucca 1997. Cinti 54.
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