CELIA ROMANA -BARGAGLI, Girolamo.

Lettere amorose di madonna Celia gentildonna romana scritte al suo amante. (Legato con:) Dialogo de' giuochi che nelle vegghie sanesi si usano di fare. Del Materiale Intronato.

In Venetia, appresso Iacomo Simbeni, 1572 - In Venetia, appresso Gio. Antonio Bertano, 1575

2 opere in 1 volume in-8 (148x90 mm), bella legatura del XVIII secolo in marocchino nocciola, con bordura in oro stilizzata con aquile ed elementi vegetali, bel dorso “à la grotesque” con titolo in oro su tassello, dentelles e tagli dorati. Comprende: 1) Lettere amorose di madonna Celia... ff. 70, impresa dello stampatore, iniziali istoriate. Rarissima edizione (censita in sole tre Biblioteche italiane) di questa raccolta di lettere d'amore scritte da Celia, nobildonna romana, al suo amante. L'opera venne pubblicata per la prima volta nel 1562 e rappresenta un raro esempio di letteratura femminile nel Rinascimento, anche se alcune bibliografie identificano in Girolamo Parabosco il possibile autore. "A mantenere il credito del Parabosco, dovette gioviare, oltro lo stile elegante, pomposo e fiorito, corrispondente al gusto dei tempi..." (Bongi). La presenza di un sonetto a firma di Celia Romana in una raccolta coeva (Tempio 1568, c. 31v) potrebbe invece corroborare l'esistenza della letterata donna romana (cfr. Cox); l'Autrice si copre sotto lo pseudonimo, non casuale, di "Celia", ossia scherzo. L'opera fu ristampata dieci volte fino al 1628.
2) Dialogo de' giuochi... pp. 288. Impresa tipografica al frontespizio, dedicatoria a Isabella de' Medici Orsina Duchessa di Bracciano, dedica del tipografo ai lettori e indice alfabetico dei giochi descritti. L'opera venne edita la prima volta a Siena nel 1572 e più volte ristampata (cfr. Brunet). Nella presente dedica viene ripresa quella della editio priceps del Bonetti che avverte che l'opera venne scritta, "già più anni" e pubblicata senza la revisione dell'autore, perché questi datosi "tutto all'avvocazione e al foro e non stimando più quest'opera per sua, non ha potuto né voluto porvi più il pensiero, non che la mano". Il dialogo è quindi l'ultimo documento degli interessi giovanili del Bargagli: lo compose in segno di riconoscenza per l'Accademia degli Intronati nell'allontanarsi, come egli stesso dice nel proemio dell'opera, "da, suoi piacevoli studi". Si tratta di un dialogo platonico tra alcuni giovani Intronati riuniti intorno a Marcantonio Piccolomini, detto il Sodo. L'opera si apre con la fondamentale distinzione dei giochi: di spirito, d'ingegno, di scherzo o di piacevolezza, prosegue poi con il catalogo e la minuta descrizione di oltre 130 giochi, intesi come giochi di società. La seconda parte tenta di delineare un ideale di perfetto accademico; si sofferma sull'invenzione delle imprese; analizza infine il novellare come genere d'intrattenimento. Ottimo esemplare seppur con macchia d'umido al margine inferiore bianco dei primi 4 fogli, con nitide note marginali di correzione del testo (benché le correzioni siano pertinenti e spesso di concetto, più che di forma, nell'edizione di Griffio, 1592 non risultano adottate, ma non è stato possibile confrontarle con le numerose altre edizioni).

1) Adams, P-506. Cox, Women's Writing in Italy 1400-1650, 2008, p. 317. 2) Melzi, I, 169; Adams, B-199. Brunet, II,666: "Ouvrage singulier". Gamba,1237: "L'Autore si copre sotto il nome del "Materiale Intronato" Choix de Olschki,II, 2567: "ouvrage curieux, sur les jeux et divertissements de la noblesse de Sienne." Pitré, 2183.

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