PINDAR.
Olympia. Pythia. Nemea. Isthmia. - CALLIMACHUS. Hymni. - DIONYSIUS. De situ orbis. - LICOPHRON. Alexandra. (Graece).
(In fine, verso ultimo foglio, colophon:) Venetiis, in aedib. Aldi et Andreae Asulani Soceri, Mense Ianuario MDXIII (1513),
in-8 (160x104 mm), pp. (16), 373, (1 con il colophon, manca l'ultimo f. bianco), magnifica legatura di Roger Payne (celebre legatore inglese, 1739-1797) in p. marocchino granata con impresa aldina attorniata da cordone impressa in oro su entrambi i piatti, riquadro a filetto oro sui medesimi, dorso a nervi con tit. oro negli scomparti, tagli dorati. Ancora aldina al tit., impresso in grande corsivo greco, spazi con lettera-guida per le iniziali. Editio princeps, splendida e rarissima, delle opere di Pindaro e di Lycophron, seconda di quelle di Callimaco e Dionysius, dedicate da Aldo all'amico fraterno e protettore Andrea Navagerio, il quale lo aveva convinto, dopo una pausa tipografica di 4 anni, a riprendere il lavoro: "sono ritornato a Venezia, l'Atene dei nostri tempi, dove, tra i tanti illustri eruditi, riconosciamo il nostro amato Musuro". Curiosa è la segnatura dei fascicoli, che Aldo indicò con numerazione araba anziché con le lettere. Pindaro (Tebe 518-446 a. C.) fu considerato dagli antichi il più grande tra i lirici greci, il primo dei 9 lirici del cosiddetto canone alessandrino, e dai moderni amato e imitato, influenzando in maniera determinante l'opera di autori come Goethe, Holderlin e Foscolo. Bellissimo esemplare marginoso, interamente "reglé" in rosso, con ex-libris di Syston Park.
Renouard 64.9: «édition belle et rare». UCLA 92. Laurenziana 110. BMC 120. Adams P-1218. Dibdin II, 285-286.