[DANTE] - CARRIERO, Alessandro - FRACHETTA, Girolamo
Breve et ingenioso discorso contra l'opera di Dante all'illustriss. et reverendiss. prencipe il signor don Luigi cardinale da Este. [Legato con:] Dialogo del furore poetico di Girolamo Frachetta da Rovigo al clarissimo signor Luigi Lolino gentilhuomo vinitiano.
In Padoa, appresso Paulo Meietto, 1582 [e:] In Padoua, per Lorenzo Pasquati, 1581,
due opere in un volume in-4 (195 x 150mm). 1) ff. (2) 4, pp. 9-95, impresa tipografica al frontespizio, iniziali xilografiche, caratteri corsivo e romano. 2) pp. 116, (4), titolo entro cornice xilografica e impresa tipografica (altra al colophon), iniziali xilogr. ornate, caratteri romano e corsivo. Ottima legatura coeva in pergamena floscia con titolo manoscritto al dorso. Opera rara che si inserisce nel dibattito letterario pro e contro la Divina Commedia, criticando Dante per la mancanza di imitazione e unità d'azione secondo i principi aristotelici, e per l'uso di 'nuove voci', schierandosi così contro l'innovazione linguistica. Belisario Bulgarini, nelle sue Considerazioni (Siena, 1583) sopra Dante, "racconta nella prefazione avendo nel 1579 comunicato il suo ms. ad Alessandro Cariero di Padova... questi usurpò senza scrupolo e pubblicò le opinioni di lui col suo nome nel 1582 " (vedi De Batines, p. 420). Nel volume è incluso anche il 'Dialogo del furore poetico' di Frachetta, che esplora, attraverso una disputa con tre compagni di studio (Giovan Battista Pona e Luigi Prato, entrambi veronesi, e Prospero Bernardo di Montagnana), il concetto di furore poetico secondo Platone e Aristotele, cercando di conciliarlo con la visione platonica della poesia. Riconosce nel diletto, più che nell'utile, il fine ultimo della poesia. Bell'esemplare, antica firma di possesso Francesco Marchi di Lucca,timbro della Biblioteca Galletti al frontespizio ed ex libris della biblioteca Finaly Landau al contropiatto anteriore. Il barone Horace Landau (morto a Firenze 1903) fu rappresentante dei Rotschild a Costantinopoli, a Torino e a Firenze, dove acquistò la villa «alla Pietra», che arricchì di varie collezioni e di una ricca biblioteca, aumentata in seguito dall'erede, Jenny Finaly (lieve ed uniforme brunitura della carta su alcuni fogli, e forellini di tarlo marginali agli ultimi fogli, entrambi nella seconda opera).
De Batines, I, p. 428, e p. 420. Fiske, I, p. 168.