BERNI, Francesco
Orlando innamorato nuovamente composto da M. Francesco Berni fiorentino.
Vinetia, heredi di Lucantonio Giunta, (nel mese di ottobre) 1541,
in-4 (205x148 mm), ff. 2 n. num, 262 (Registro: π² A-II⁸ KK⁴ LL², ma KK è in realtà un duerno); carattere corsivo, testo su due colonne, frontespizio a grandi caratteri su sei linee, impresso in rosso, dati tipografici in corsivo nero; sul secondo foglio preliminare sonetto di Giovanni Alberto Albicante in lode del Berni. Elaborata legatura romana coeva in marocchino rosso (211 x 154 mm) alle armi di Domenico Jacovacci e estesamente decorata in oro: ai piatti doppio ordine di bordure ai piccoli ferri, al centro stemma araldico della famiglia (sei mezzelune d'argento), sostenuto da un leone eretto, con la croce dell'ordine militare di Calatrava, monogrammi CC e MM e la lettera S barrata da una freccia, più volte ripetuti ai piatti e al dorso che reca il titolo, mezzelune e fregi in oro, tagli dorati (cerniera anteriore restaurata). Si ipotizza che la S con freccia significhi devozione, mentre i monogrammi si riferirebbero a Giuliano Cesarini (1618-1665) e a Mario Massimo (1609-1672), il quale ereditò i beni di Jacovacci, tra cui ben "quattrocento libri stampati, con la loro rubricella” (dall'inventario). Si conoscono sei legature analoghe (elenco a richiesta), forse realizzate dalla bottega di Giovanni Antonio Bordone, che ricevette denaro tra il 1640 e il 1660 per “legature di libri” , come testimoniato dai registri del Monte di Pietà. Domenico fu Custode della Fontana di Trevi, di Campo Vaccino e della Colonna Antonina; Urbano VIII lo nominò Scrittore delle Lettere apostoliche e Alessandro VII lo volle Maestro delle strade. Rara edizione originale di questo fortunatissimo ''rifacimento'' dell'Orlando Innamorato del Boiardo. Compiuto già fin dal 1531, fu pubblicato postumo e l'anno successivo ristampato a Milano da Andrea Calvo ''con modifiche insidiosamente apportatevi dall'Aretino'' (Renda-Operti, Diz. storico letter. ital., p. 140). Per un certo tempo si ipotizzò che la presente edizione fosse posteriore alla contraffazione milanese del Calvo (1542), ma il Privilegio di stampa datato 28 luglio 1541 fuga ogni dubbio sull'effettivo primato dei Giunta (cfr. Camerini I, 452). Il Berni, nato a Lamporecchio in Valdinievole (Pistoia) nel 1497 o 1498, si rese celebre per la vivacità, l'umorismo e l'originalità di quella poesia giocosa che si chiamerà appunto bernesca; morì avvelenato a Firenze nel 1535. «Nel tentativo di dar veste toscana al capolavoro ''lombardo'' (del Boiardo), il Berni rispetta fondamentalemente l'opera del predecessore nella compagine e nella trama; ma acconcia il testo, sopprime motivi rozzi, dà vita a molte parti specialmente nelle descrizioni, aggiunge spontaneità e vivacità in varie situazioni. Ma meglio che un travestimento in una lingua più schietta e regolare, l'opera del Berni va intesa come il frutto di una nuova fantasia, gioconda e mobilissima...» (Diz.Bompiani, V, 315-6). Bell'esemplare, alcune lievi fioriture marginali e macchie leggere al frontespizio.
Breslauer, NY, 1992 (Catalogue 110, item 85, questo esemplare). USTC 814138 . Camerini I, 452. Gamba 161: «Rarissimo. La edizione è bella, e d'una lezione più sicura d'ogn'altra delle posteriori». Melzi p. 91-2. Ferrario IV, p. 55. BMC 88.