La Battaglia dell'Assietta.

Incisione in rame tratta dal dipinto di Giacinto La Pegna (Bruxelles 1706 - Roma 1772);

lungo il lato inferiore dedica su sei linee e stemma di Carlo Emanuele III, firmata a destra Giacinto La Pegna pittore fiammingo. Roma 1754.

Suggestiva veduta della Battaglia dell’Assietta combattuta dalle truppe francesi alleate agli spagnoli e quelle piemontesi alleate degli austriaci il 19 luglio 1747. Importante fu l’intervento di gruppi organizzati di combattenti valdesi, con atti di guerriglia nelle valli di loro pertinenza. Il controllo del pianoro, a oltre 2.500 m sullo spartiacque fra la valle di Susa e quella del Chisone, avrebbe consentito di intervenire in entrambe le valli, verso il forte di Exilles o quello di Fenestrelle. Questa bellissima incisione raffigura i soldati piemontesi che affrontano a cavallo e a piedi, intorno ai trinceramenti con muretti a secco “li nemici che in numero molto superiore erano venuti ad attaccare con gran impeto li nostri trinceramenti del colle della Sieta al di sopra d'Exilles” (da un proclama del 22 luglio di Carlo Emanuele III). La vittoria dell’Assietta – la battaglia a più alta quota mai combattutasi in Piemonte – fu fondamentale per le sorti della guerra di successione spagnola-austriaca e per l’indipendenza sabauda. L’artista era presente alla battaglia, come si evince dalla bellissima dedica a Vittorio Amedeo III: “All’Altezza Reale del Duca di Savoia. Essendo per mia sorte giunto a tanto segno di gloria di poter co' miei pennelli rappresentare alcuni fatti d'armi occorsi ... sotto i comandi dell’ invittissimo Re padre di V.A.R. ... essendomi parso degno di eterna memoria quello occorso al colle dell' Assietta dove essendo io sul posto... ho pensato di mettere con le mie stampe a vista di tutto il mondo un azzione così eroica... ha potuto con il suo esempio destare negli animi guerrieri delle sue truppe la fermezza di voler vincere o morire…". Hyacinth de La Peigne realizzò una serie di dipinti eseguiti a partire dal 1751 su commissione di Carlo Emanuele III, raffiguranti le glorie militari del Re di Sardegna che andarono a decorare la Galleria delle Battaglie in Palazzo Reale, insieme a quelli con le imprese militari di Eugenio di Savoia. Tratta da uno dei due dipinti di grande formato conservati ora alla Villa Reale di Monza, questa incisione da sempre è rarissima, pare infatti che già nel 1840-50 G.B. Maggi abbia effettuato una ristampa dai rami originali. I piemontesi costruirono alcuni trinceramenti con muretti a secco sul colle; l'attacco dei Francesi, molto più numerosi, fu molto violento e i piemontesi erano privi di artiglieria. Il comando piemontese diede l'ordine di ritirata, ma il conte Novarina di S. Sebastiano si rifiutò per ben tre volte di eseguire l'ordine rispondendo ''Mi am bugiu nen!''. I soldati iniziarono a urlare ''Bugia nen!'' per incoraggiarsi a vicenda e riuscirono a sconfiggere i Francesi. Esemplare in cornice con margine superiore abilmente restaurato.

PEYROT-GILIBERT, VALLE DI SUSA NEI SECOLI, n. 125.

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