Pittura su pietra.

Santa Caterina d'Alessandria e due angeli.

Pittura su pietra, fine XVI - inizio XVII secolo,

(mm 215x140) pittura a olio su pietra grigia dello spessore di ca. 5 mm., raffigurante il martirio di Santa Caterina, è infatti parzialmente leggibile sulla destra del dipinto la ruota, l'angelo di destra regge la palma del martirio mentre quello sulla sinistra cerca di sollevare la Santa. La pittura su pietra, una tecnica nota sin dall'antichità, venne ripresa a Roma nel Cinquecento, deve la sua fortuna al concetto di eternità associato all'opera d'arte. Giorgio Vasari, che ne descrive il procedimento di realizzazione nelle Vite, nel brano dedicato al Dipingere in pietra a olio, e che pietre siano bone (1550, XXIIII), era convinto che le lastre di pietra fossero "durabili in infinito" purché fossero lavorate con diligenza; in particolar modo l'ardesia, estratta dal territorio ligure di Valle Fontanabuona, ebbe una discreta diffusione in tutti i più importanti centri artistici della penisola. Tale tecnica ebbe particlare fortuna a firenze dove Filippo Napoletano - artista ormai stimato non solo da Cosimo II - Poelenburgh, Cigoli e Allori lavorarono su pietra paesina e lineato d'Arno, due varietà di alberese dalle caratteristiche molto diverse. Alcune cadute di colore, in particolar modo sul volto della Santa, inficiano in parte la lettura dell'opera di notevole qualità pittorica per l'effetto chiaroscurale dei panneggi e l'intensità dei volti degli angeli.

M. Casaburo, La pittura su pietra tra XVI e XVII secolo: le tecniche, i materiali e le opere 06 ottobre 2011.

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