DELLA CROCE, Giov. Andrea.

Cirugia Universale e Perfetta di tutte le parti pertinenti all'ottimo Chirurgo...

Nella quale si contiene la theorica & prattica di ciò, che può essere nella Cirugia necessario.. Aggiuntovi di nuovo in quest'ultima impressione, oltre i disegni di tutti gl'istromenti .. le figure de Cauterii, & Anatomia.|In Venetia, appresso Roberto Meglietti, 1605,

in-folio, ff. (10), 319, legatura moderna ad imitazione antica in p. pelle, bordura ai piatti, fregi e titolo al dorso, il tutto in oro. Dedica dell'editore a Giacomo Vedova. Impresa tipogr. al tit., gran numero di silografie n.t. di crani, ferite, strumenti chirurgici, forbici, pinze, bisturi, cuciture; due silogr. a piena pag. raffig. l'estrazione di una freccia e la cauterizzazione di una ferita d'arma da fuoco. Tre belle silogr. raffig. operazioni di trapanazione del cranio realizzate in interno con chirurghi, infermieri e parenti in abiti cinquecenteschi. (Da notarsi la spiritosa presenza nelle stanze elegantemente arredate di cani, gatti e topi in evidente attesa di ''bocconi''). Rispetto alle ediz. precedenti sono più numerose le figure di strumenti e sono aggiunte, nel libro quinto, alcune silogr. anatomiche. Il libro quarto è aumentato della traduzione dell'opera di Jean Tagault, mentre il libro sesto lo è del Trattato di Jacques Houllier. Terza edizione italiana (la prima è del 1574) di una delle più belle e più importanti tra le opere di chirurgia del Cinquecento. Giovanni Andrea Della Croce (Venezia, 1514-1575), figlio di un barbiere, fin dal 1532 fu accolto come membro dal Collegio chirurgico di Venezia, tra le più rinomate corporazioni mediche del tempo, che aveva il monopolio della cura dei feriti; fu quindi a Feltre sino al 1546; tornato a Venezia, ebbe l'incarico di medico della flotta veneziana, e approfondì gli studi sulle ferite d'arma da fuoco. La sua Chirurgia ebbe fama europea e fu tradotta in varie lingue; è divisa in 7 libri, che trattano di ascessi e tumori; ferite; ulcere; fratture ossee; cauterizzazioni, flebotomia e litotrizia; il sesto è un antidotario e il settimo reca una serie di figure relative allo strumentario per le operazioni trattate. La diffusione dell'opera fu dovuta anche all'introduzione di sinonimi nelle varie lingue per designare le affezioni morbose, nonchè la ricchezza di esempi pratici. (Esemplare accuratamente rinfrescato, con abili restauri agli angoli inferiori dei margini di vari fogli).

Wellcome 1670. Blake 1082. Rutkov p. 156-7. Cushing C477. Krivatsy 2908.

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