Non solo libri. Incisioni e “bizzarrie”
Tra i volumi che rilegano i cento anni del repertorio bibliografico della libreria, fino ad occupare due interi scaffali, fanno capolino anche piccole e grandi collezioni di incisioni di maestri, disegni, miniature, acquerelli e gouaches. Tra queste ricordiamo I Maestri della Grafica, Nonsologuaches, fino alla Miniatura gotico-rinascimentale, una “fuoriserie”, elegantemente edita da Allemandi nel 1984: “Come noto, Federico di Montefeltro faceva un vanto della propria biblioteca, dove tutti i libri erano ‘iscritti a penna e non ve n’[era] ignuno a stampa’. Collezionare manoscritti è da sempre, per i bibliofili, un’attività tanto impegnativa quanto appagante, che affianca alla difficoltà nel reperimento dei desiderata la gratificazione di possedere oggetti unici, non seriali ... codici miniati o autografi”. Espressione di un certo amore per la riscoperta dell’insolito fu ad esempio nel 1991, Manet (et manebit), che rimarrà nel tempo in quanto pose l’accento sulla poco conosciuta attività di incisore di Edouard Manet e presentò trenta acquaforti originali del pittore, incise tra il 1862 e il 1868, per lo più rimaste prove d’artista destinate ad amici e collaboratori. L’album impresso in bistro, come le incisioni, fu corredato di un notevole apparato critico, finora inedito in italiano: “Manet incisore sostituisce la luminosità e i colori della pittura impressionista con il contrasto dei toni, la sapiente disposizione di macchie di luce, la discontinuità del tratto; rompe con la prospettiva classica e cerca di proiettare i suoi soggetti in avanti per rendere più immediata la sensazione dello spettatore”. Nel 1988 fu la volta di un altro sommo pittore, Marc Chagall, con una delle 85 serie dipinte a mano delle sue 100 acquaforti ad illustrare La Fontaine incise nel 1930 ma inedite fino al 1952: “La coloritura è stata realizzata da Chagall mediante icastiche pennellate di colori vivaci e surreali che spiccano dall’accentuato chiaroscuro dell’acquaforte evidenziandone alcuni elementi narrativi. Il fatto che Vollard volesse far illustrare uno dei capolavori della letteratura francese da un artista di origine russa fu assai criticato negli ambienti parigini; ma ciò che Chagall si appresta ad interpretare non è l’opera di La Fontaine nei suoi legami temporali con l’epoca classica francese, bensì l’eterno ed universale contenuto delle favole” (dalla prefazione di G.L.Marini).
Ancora più insolite sono le recenti Bizzarrie di varie figure, i capricci di un surrealista del Seicento, che celebrano invece uno tra gli incisori italiani meno noti, ma stupefacente precursore dei movimenti artistici del XX secolo, dal Surrealismo al Cubismo: Gianbattista Bracelli. Si conoscono solo due serie complete delle 50 tavole (Parigi e Washington) ed altre tre incomplete, nessuna in Italia. L’elegante album quadrato, realizzato in inglese e in italiano da Chiara Tirabasso, riproduce quasi integralmente questa suite di stranezze visive, “immaginifiche e giocose variazioni sulla forma umana, trasfigurata in un’onirica scelta di componenti animate ed inanimate” quali cassetti, racchette e palle da tennis, forme geometriche, utensili da cucina “Tzara ritrova Bracelli, e facendosi interlocutore commosso del suo linguaggio, lo sottrae a secoli di ingiusto oblio e lo colloca sul piedistallo dei padri antesignani del surrealismo ... La pazzia, l’immaginazione sfrenata sono contenute e ordinate grazie alla forma all’accuratezza dei contorni e del disegno, alla resa degli scorci”. (Anna Mariani).