Le Scoperte del Libraio

Le Scoperte del Libraio

Il ruolo del libraio non si limita all’acquisto e alla vendita: la sua attenzione non è confinata alla completezza, alla conservazione e alla bellezza della sua veste. Il fascino del libro risiede, oltre che nel testo, nelle sue vicende editoriali e nei passaggi di proprietà che ha vissuto nei secoli. La curiosità ad approfondirne lo studio porta a volte l’antiquario a notare particolari finora ignorati, conducendolo a vere e proprie scoperte bibliografiche, storiche e letterarie.

Tommaseo editor di Manzoni. Nel 1998 si tenne presso Christie’s in quattro tornate l’asta della celebre biblioteca di Giannalisa Feltrinelli. Molti erano i pezzi importanti, cui i cataloghi davano giustamente risalto. Nell’ultima seduta, nella sede secondaria di South Kensington, passava un esemplare annotato della non rara prima stesura dei Promessi Sposi. Ad un esame più attento, ci rendemmo conto che le chiose erano di Niccolò Tommaseo. Di questo mitico esemplare da oltre un secolo si erano perse le tracce, e lo acquistammo con entusiasmo per riportarlo in Italia. Nel 1827 il Tommaseo era in partenza per la Dalmazia, ma il maltempo lo obbligò a rimanere per giorni a bordo di una nave nel Porto di Ancona. Il Manzoni gli aveva appena donato uno dei primissimi esemplari del romanzo, pubblicato con data 1825-26 ma licenziati dal Ferrario nel giugno 1827. Approfittò di questa sosta forzata per chiosare con la sua grafia minuta oltre mille pagine dei volumi, da un paio di righe a varie per pagina fino a lunghi commenti nei margini inferiori alla fine dei capitoli. Rientrato a Firenze, pubblicò l’articolo sull’Antologia del Viesseux e donò il romanzo alla figlia di Gino Capponi; nel 1887 il Bencini ne trascrisse le postille alla Nazionale di Firenze, e da quel momento non si seppe più nulla dei tre volumi. Li studiammo dunque a dovere, pubblicandone una lunga scheda alla fine della prima parte del catalogo sulla Lombardia (n. 77). Quel grande personaggio che era Giancarlo Vigorelli, presidente del Centro Studi Manzoniani, trovò subito i fondi per l’acquisto programmandone un facsimile nell’ambito dell’edizione Nazionale delle opere, che uscirà nel 2012. Ricordiamo, tra le centinaia di chiose: “E’ il secentismo proprio dei Milanesi - Eroica è affettato - Pare un goffo dialogo di Goldoni - Non mi piace (riferito alla citazione del Principe di Condé). Oppure esclamazioni di plauso come “Divino! Sublime” (a proposito de “La sventurata rispose” della Monaca di Monza). La voce latinorum dell’Azzeccagarbugli viene definita “pesante” dal Tommaseo, il quale – a proposito di una fra le più belle pagine della letteratura italiana (“Addio montagne sorgenti dall’acqua ed erette al cielo” riportava la prima edizione) – commenta lapidario: “Erette è goffaggine”, inducendo il Manzoni ad arrivare al sommo “Addio monti… elevati al cielo” del testo definitivo del 1840. Queste annotazioni furono fondamentali per indurre Manzoni al risciacquamento dei panni in Arno mediante il quale eliminò i lombardismi ed i secentismi. E a bordo di una nave alla fonda nel Porto di Ancona si verificò questo episodio, rilevante per la storia della lingua italiana; fu un grande motivo d’orgoglio per noi, in quanto librai, aver contribuito alla tutela dei volumi e alla ricostruzione di questo significativo tassello della storia letteraria del nostro paese. Quando Foscolo non voleva scrivere per Napoleone. Sotheby’s di Parigi fu invece teatro di un’altra scoperta: nel dicembre 2006 venne messa in vendita la parte delle Provenances Imperiales della biblioteca Temple de Rougemont. Notammo subito l’esemplare appartenuto a Napoleone della Relation de la Bataille de Marengo in legatura in marocchino rosso con armi napoleoniche, con la lettera autografa dell’imperatore che ne ordinava a Eugène de Beauharnais la versione italiana. E l’esemplare dell’Imperatore in marocchino della traduzione anomima, di cui sono noti 5 soli esemplari. Il ministro della Guerra Caffarelli aveva inviato nientemeno che ad Ugo Foscolo l’edizione economica francese per lavorare sul testo. Il poeta stava componendo i Sepolcri e Pindemonte gli inviò in aiuto un libello in materia e sulla copia francese Foscolo annotò a penna la traduzione di alcune parole. Questi due volumetti chiosati dal Foscolo hanno la stessa provenienza Cortland F.Bishop e Boddington ma la loro veste modesta non fu apprezzata dai Rougemont che li cedettero a Guy Tosi, tra i maggiori italianisti francesi. Fondamentale fu quindi l’aver riunito dopo anni questo assieme, reso unico dalle due sontuose legature, dalla lettera di Napoleone e dalle annotazioni autografe del Foscolo, che apre una piccola nuova finestra sulla letteratura italiana dell’Ottocento. L’ approfondito studio di Chiara Clemente apparve in testa al Catalogo 95 e si concludeva con uno spiritoso accenno al “poulet à la Marengo” cucinato dopo la battaglia dallo chef Dunand con gli ingredienti raffazzonati presso i contadini.Ancora Foscolo, innamorato. Nel 1989 venne messa all’incanto presso una piccola casa d’aste americana una collezione di libri con “fore-edge-paintings”, vezzo tipicamente anglosassone di decorare dei volumi con pitture visibili inclinandone i piatti. Tra i testi inglesi notammo un Essays on Petrarch di Foscolo, che tenne queste letture in casa di Sir Henry Russel durante il proprio esilio londinese. Oltre all’edizione ordinaria, nel 1821 ci fu una tiratura speciale di soli 16 esemplari dedicati ai membri della famiglia Russel. Per puro scrupolo chiedemmo ad un collega americano di visionare la copia: si trattava della n.II per la figlia Caroline Russel e incaricammo Jonathan Hill di acquistarla a qualsiasi cifra. Quando ricevemmo il volume, in marocchino marrone con ricche dorature ed una raffinata veduta di Venezia dipinta sul taglio verticale, eravamo già molto soddisfatti, ma le sorprese dovevano ancora arrivare. Serate di ricerche – Internet non esisteva – ci consentirono di scoprire che in soli due esemplari, quello che tenne per sé e in quello destinato all’amata Caroline, osò aggiungere tra le pagine 164 e 165 due fogli a stampa con l’Ode To Callirhoe, il solo esempio di versi inglesi del Foscolo, dato alle stampe quindi in due sole copie. “non amò forse nessun’altra donna quanto la Russel; certo per nessun altra soffrì quanto per lei … soltanto nell’esemplare destinato alla Caroline e in quello che ritenne per sé mise l’ode a Calliroe” (Chiarini p. 382). Lord Russel aveva allontanato la figlia dallo scapestrato poeta, che inviò quindi questo volume allo storico fiorentino Gino Capponi affinché lo consegnasse a Losanna: “Udendo che l’amico suo era in procinto di visitare la Svizzera, gl’inviò un pacco e una lettera da consegnare alla Russel … conteneva uno dei 16 esemplari della edizione di gran lusso (non venale) di cui fece una particolare dedica a Calliroe, con alcuni versi inglesi da lui stampati a parte e destinati solamente per lei. Sono i soli versi inglesi che si conoscano” (Antona Traversi-Ottolini, IV, p. 178-191). Questo “fantasma bibliografico”, nascosto negli ultimi 150 anni in un’ordinaria biblioteca della provincia americana, si meritò una bella scheda nel catalogo n. 60, realizzato in collabrazione con gli amici Bernard e Stéphane Clavreuil di Parigi.

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