EPICURO, Marcantonio.
Cecaria. Tragicomedia del Epicuro napolitano,
Vinegia, Gabr. Giolito de Ferrari e fratelli, 1553,
in-12, (120x72 mm), ff. 29, (1, con impresa tipogr. al v.), attraente legatura settec. in pelle marmorizz., riquadro a filetti oro sui piatti, tit. e fregi oro al dorso, tagli rossi. Impresa tipogr. sul tit. ed in fine. Pregevole edizione di opera apparsa per la prima volta nel 1526 con il titolo ''Dialogo di tre ciechi'' in cui figurano quattro personaggi: il Vecchio, il Geloso, il Terzo (ciechi) e la Guida. Composizione drammatica di grande successo all'epoca, in forma di dialogo "in versi di vario metro, assai leggiadri" (Salvioli), senza divisione di atti né di scene. Secondo il Crescimbeni sarebbe la prima poesia drammatica a portare il nome di "tragicommedia" nelle edizioni posteriori. «Alcune edizioni della "Cecaria" portano come nome dell'autore Antonio Epicuro Caracciolo o Epicuro Napolitano, e questi nomi hanno generato molti dei problemi di identificazione dell'autore. Alcuni lo hanno confuso con il contemporaneo Pietro Antonio Caracciolo e con il Notturno Napoletano, mentre altri hanno ritenuto che il "napolitano" del titolo indicasse il luogo di nascita del suo autore» (Diz. Biogr. It. XLIII, pp. 19-21). L'aA. nacque in Abruzzo e visse a Napoli (1472-1555), contemporaneo di Sannazzaro, Pontano e Tansillo; fu commediografo e poeta d'occasione. Delizioso esemplare.
Bongi I, 419. Salvioli 701-2. Brunet II, 1016. Allacci 174 (altre ediz.). Clubb e Regenstein (altre ediz.). Melzi I, 191, 292 e 358. Lancetti 93.