TARTAROTTI, Girolamo.

Del congressso notturno delle lammie libri tre... S'aggiungono due dissertazioni epistolari sopra l'arte magica... In Rovereto, A Spese di Giambattista Pasquali, 1749.

In Rovereto, A Spese di Giambattista Pasquali, 1749.

In 4 (mm 280x 175), pp. XXXII, 460, (2 di Errata); legatura piena pergamena titolo oro su tassello al dorso. Titolo inciso in rosso e nero con fregio xilografico, testatine, capilettera e finalini incisi e riccamente ornati. Prima edizione di questo trattato di stregoneria. Tartarotti (Rovereto, 5 gennaio 1706- Rovereto, 16 maggio 1761) rifiutava l'esistenza delle streghe e nei tre libri della sua opera indagava sull'origine della credenza ed esponeva le ragioni contro tale posizione superstiziosa. Ciò nonostante ammetteva la realtà dell'arte magica, intesa esclusivamente come magia diabolica. Questo provocò l'intervento di uomini di cultura: se ne vede un primo saggio nella lettera posta alla fine del volume scritta dal professore padovano Gio. Rinaldo Carli, cui Tartarotti risponde, avanzando peraltro un sospetto di eresia nei confronti del Carli. Il Tartarotti fu inoltre confutato da Scipione Maffei nell'operetta Arte magica dileguata, Venezia 1749, e gli rispose con l'Apologia, Venezia 1751. Mosso da pietà umana per le vittime di una persecuzione che dopo secoli ancora funestava l'Europa, l'autore. tentò varie vie per provare l'infondatezza della superstiziosa credenza nella stregoneria. Nel primo libro del trattato, ''un lungo viaggio nel mondo dell'orrore'' ripercorse la storia del fenomeno dalle origini ai suoi giorni, giungendo infine a identificare le moderne streghe con le lontane seguaci di Diana che il ''Canon episcopi'' aveva ritenuto vittime di illusioni diaboliche; nella parte centrale dell'opera lo studioso definì i caratteri sociali e psicologici della strega, persona povera e malnutrita, appartenente ad un mondo contadino misero e isolato geograficamente, predisposta alla fantasticheria e alle allucinazioni da un umore malinconico e ipocondriaco; il terzo libro è riservato in gran parte ad una critica severa del trattato demonologico di Del Rio (1599) di cui una recente ristampa veneziana (1746) dimostrava la preoccupante vitalità. Lievissimo alone nel margine inferiore bianco, bell'esemplare. Al contropiatto anteriore ex-libris inciso tardo settecentesco - con stemma marchionale della panoplia con lo scudo con al centro una stella - della famiglia Dionisi, tra le più antiche della nobiltà di Verona: il marchese Gabriele (1719-1808) fu l'artefice della ristrutturazione della villa a Ca' del lago di Cerea nonché del riordino e aggiornamento della biblioteca. La famiglia Dionisi aveva destinato al piano nobile la funzione di libreria e sala di lettura, precoce esempio di centro culturale dove si riunivano artisti e letterati. Dopo la dispersione delle migliaia di volumi del fondo antico, conserva ora i libri sul mobile d'arte contemporaneo della Fondazione Aldo Morelato.

G. NATOLI in Enciclopedia Italiana, XXXIII, 289. Bibliotheca Magica Casanatense,1161

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