BARTOLOMEO, da Pisa (Rinonichi).
Liber Conformitatum (vitae beati Francisci ad vitam Domini Iesu)
in-folio, (mm 273x198), ff. (4), CCLVI ff. legatura del primo Settecento in marocchino rosso, titolo e data su tassello e ricchi fregi in oro al dorso, ai piatti bordura e fregi angolari in oro. Al frontespizio bordura a racemi, una grande vignetta con Francesco che riceve le stimmate e grande impresa di Gotardo da Ponte; al verso grandiosa silografia che raffigura Francesco ai piedi di un albero "genealogico" delle 40 conformità, sul quale è crocefisso Cristo; Mortimer nota che ''this representation of the material of the text in the form of a tree was part of the original manuscript submitted by Bartholomaeus for approbation in 1399'' (Harvard, It. n.44). Nel testo, tre ripetizioni del legno delle stimmate e varie grandi capilettera istoriate. Prima edizione dell'opera che ha assicurato per secoli larga fama al frate minore Bartolomeo de Rinonichi, professore nei ginnasi di Padova, Siena e Pisa e predicatore illustre. Composto tra il 1385 e il 1390, e approvato ufficialmente dall'Ordine il 2 agosto 1399, durante il Capitolo generale di Assisi, sviluppa sino alle ultime conseguenze il tema della conformità tra la vita di Cristo e quella di s. Francesco, unico fra tutti i santi ad avvicinarsi in maniera totale al proprio modello divino. L'opera, divisa in tre grandi libri, mette a profitto la maggior parte delle fonti disponibili nella seconda metà del Trecento, compresi gli scrittori francescani spirituali; con una serie di parallelismi sintetici tra i due: come la vita di Gesù ha avuto quaranta frutti spirituali altrettanti ne darà la vita di s. Francesco. Lo scritto ebbe enorme diffusione e sollevò opposizioni fra i protestanti: un violento opuscolo del 1542 di Erasmus Alberus ebbe nella sua traduzione tedesca una prefazione di Martin Lutero. L'edizione è celebre anche perché, dal verso del f. CCII al recto di CCIII, comprende la prima appariazione a stampa del "Cantico delle Creature", anche noto come Cantico di Frate Sole, il più antico testo poetico della letteratura italiana che si conosca; la sua stesura risalirebbe a due anni prima della morte di San Francesco (1226). I margini non grandi di questo esemplare in bella legatura fanno sì che il primo foglio risulti rifilato: al recto manca il solo filetto inferiore della cornice, mentre al verso la bordura è priva di 4 mm sui tre lati; restauro al margine esterno dei ff. G7-8.
Olschki, Choix 4567; cf. Mortimer/Harvard (Italian), 44. Santoro, Illustrati milanesi 117. Sander I, 204.