LEOPARDI, Giacomo

Martirio de' Santi Padri del Monte Sinai e dell'Eremo di Raitu composto da Ammonio monaco.

Milano, Antonio Fortunato Stella e figli, 1826, 

in-8, (208 x 139 mm); pp. 55, brossura azzurra muta. Rara edizione originale. Come noto, si tratta di una presa in giro: falso è il nome dell'autore e falsa la definizione di "volgarizzamento", l'opera è infatti un'invenzione del Leopardi, "piacevole burla di quel grande letterato" (cfr. Cappelletti), che produsse una raffinatissima mistificazione letteraria non solo del testo, ma anche della lingua trecentesca, nella quale scrisse la "traduzione". Incerto è quanto afferma il Cat. Fondo Leopardiano (Comune di Milano,1958), n. 81: "Non contraffazione leopardiana di uno scritto del Trecento, ma in realtà veramente traduzione da Francesco Combefis "Illustrium Christi martyrum lecti Triumphi vetustis Graecorum monumentis consignati" (Parigi, 1660), opera citata da Leopardi nella prefazione al libro". Il testo riporta un'antica leggenda agiografica ed è la narrazione del monaco Ammonio, che fu testimone della doppia strage di 38 monaci sul monte Sinai e di 43 monaci nell'eremo di Raithu, località a sud-ovest del Sinai, avvenuta durante il regno dell'imperatore Diocleziano per mano dei Saraceni e dei Blemmi. Buon esemplare, marginoso e fresco, nota coeva a penna al frontespizio (lieve e sporadiche macchiette, più marcate solo a alle ultime 3 pp.).

Mazzatinti, 662. Cappelletti, p. 17. Gamba, 1114. Cat. Fondo Leopardiano, n. 81. Melzi, I, p. 47. Parenti, p. 308. Benedettucci, 29

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