FOSCOLO, Ugo.

Vera storia di due amanti infelici, ossia Ultime lettere di Jacopo Ortis.

(Bologna, Jacopo Marsigli, 1799),

Due parti in un volume in-16° (mm 130x85), pp. [4], 138; [6], 139-264, legatura coeva in vitello agli acidi, dorso liscio con scomparti sottolineati da duplice filetto dorato e decorati da ferro floreale, anch'esso dorato, al secondo scomparto titolo impresso in oro. In antiporta ritratto inciso dell'autore. 

Rarissima prima edizione della tiratura austriaca – o 1799A – del capolavoro foscoliano, considerato il primo romanzo epistolare della letteratura italiana e censito in soli due esemplari in Italia, oggi conservati alla Biblioteca di storia moderna e contemporanea di Roma e alla Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza.

Questa pubblicazione rappresenta il primo tentativo di commercializzazione di questa opera semi-autobiografica, diario delle angosciose passioni di un amante deluso sentimentalmente dall'impossibilità di sposare Isabella Roncioni, e di un patriota, avvilito dalla firma del Trattato di Campo Formio. L'odissea tipografica dell'opera, strettamente connessa agli sconvolgimenti politici che segnarono l'Italia della fine del xviii secolo, ebbe inizio tra l'estate del 1798 e i primi mesi del 1799, quando Foscolo ne allestì la prima redazione a Bologna, in collaborazione con il tipografo Jacopo Marsigli; la guerra contro gli Austro-russi lo portarono ad arruolarsi, lasciando la città e il romanzo, incompiuto alla lettera xv. Marsigli, per non perdere il lavoro fatto, incaricò il giurista Angelo Sassoli di continuare il romanzo, che venne licenziato – seppur con datazione al frontespizio 1798 – intorno al 30 giugno 1799, data di ingresso a Bologna dell'esercito Austro-ungarico. L'opera, per le idee che la permeano, non passò la censura dei nuovi dominatori, né quella pontificia e dunque non venne mai commercializzata.

Sconosciuta ai bibliografi fino alla fine dell'Ottocento, l'esistenza di questa edizione censurata è oggi confermata da tre esemplari superstiti allo smembramento operato dal Marsigli per il futuro riutilizzo del materiale. Infatti, il pratico tipografo decise di rimaneggiare il testo delle prime 45 lettere, dividere il romanzo in due tomi, aggiungere delle Annotazioni che ne garantivano l'efficacia istruttiva, nonché la sua conformità alle normative austriache. E modificò il titolo nel più rassicurante Vera storia di due amanti infelici.

L'opera non raccolse però il successo sperato, anche per il ritorno dei Francesi al potere, con la vittoria della battaglia di Marengo del 14 giugno 1800. Ancora una volta il tipografo bolognese recuperò il materiale giacente e stampò l'edizione conosciuta come 1799 B, ovvero una contaminazione dell'Ortis del 1798 e la Vera storia 1799 A. Indignata fu la risposta di Foscolo alle edizioni bolognesi, rigettate sulla Gazzetta universale del 3 gennaio 1801, condannando “quei villani editori che manomisero l'opera per palpare i diversi Governi dove l'opera si stampava”. La tiratura 1799 A segna comunque un tassello fondamentale nel l'intricata vicenda editoriale di uno dei capolavori della letteratura italiana. Esemplare in buono stato di conservazione, diffuse fioriture, gora al margine superiore delle pagine 37-37 e delle pagine 143-154, cerniera superiore parzialmente distaccata. Nota di possesso manoscritta al recto della prima carta bianca: ‘M Antonio Centurci', al verso del frontespizio della seconda parte: ‘Comprato li 18:7 ‘‘ ore 1802'. Al recto della carta di guardia anteriore annotazione manoscritta: ‘Par Ugo Foscolo'.

 

Raccolta Foscoliana Acchiappati, 19; Ottolini 55; Limentani (“oltremodo rara edizione”); G. Gambarin, “Introduzione” all'Edizione Nazionale, 1955, IV, pp. XII-XXXV; U. Limentani, “Ancora sulle prime edizioni delle Ultime lettere ”, La Bibliofilia 57, pp. 156-160; M.A. Terzoli, Le prime Lettere di Jacopo Ortis. Un giallo editoriale tra politica e censura, 2004.

 

 
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