[VERRI, Pietro]

Meditazioni sulla felicità con note critiche e risposta alle medesime d'un amico piemontese

Milano, Giuseppe Galeazzi Regio Stampatore, 1766,

in-8 (mm 200x140), pp. 114, (2) con alcuni capilettera decorati, brochure muta coeva azzurrina. Purtroppo mancante delle pagine 105-108 (segnatura G5 e G6).

Saggio giovanile con impronta autobiografica, «espressione di una fase della vita di Verri contrassegnata dal rafforzamento della fiducia in se stesso e dall'affermazione delle speranze di mutamento in meglio. Se la felicità privata è raggiungibile dal saggio mediante un accorto equilibrio tra i desideri e i mezzi per soddisfarli,... ben più vasto è il campo che si apre per il conseguimento della pubblica felicità, che consiste, riprendendo una formula di Francis Hutcheson, nella maggiore felicità possibile divisa colla maggior uguaglianza possibile» (Carlo Capra, «Il Contributo italiano alla storia del Pensiero Filosofia», Treccani). Le "Meditazioni" rappresentano un momento di svolta nella vita del giovane Verri, oltre a rappresentare il manifesto di quella che Voltaire chiamerà ”L'école de Milan”, del gruppo cioè dal quale nascono “Il Caffè” e il “Dei delitti e delle pene”.

Pubblicato per la prima volta nel 1763, questa seconda edizione ampliata contiene per la prima volta la "Lettera del critico" del monaco vallombrosano Ferdinando Facchinei, insieme alla "Risposta Apologetica" ed il "Preludio Dell'Autor delle Note". Curiosa l'impaginazione: la Lettera, che ha inizio al verso del frontespizio (pag. 2) si alterna alla Risposta apologetica (a partire da pag. 3), così come pure il Preludio.

Titolo assai curioso e non comune. Alcune lievi bruniture sparse ma nel complesso buon esemplare, in barbe.

Melzi, II, p. 115. Sammarco, Bibliografia di P.V., Milano, 1951, p. 69

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