OVIDIUS NASO, Publius.

Epistolae Heroides Ovidii cum duobus commentis (Antonius Volscus et Hubertinus Clericus et Sappho et Ibis- D. Calderinus)

Impressum Venetiis per Bartolomeum Venetum de ragazonibus, 1492. die vero Novembris decimo Laus deo

Folio (mm 310x204), ff. 104 con numerazione manoscritta al recto in inchiostro antico, Carattere tondo su 63 righe. Numerose chiose di antica mano a margine dei fogli. Brunitura diffusa ma limitata ai soli ff. 48 e 53, per il resto buon esemplare, bella carta con qualche sporadica gora marginale. Margine inferiore del foglio 5 rinforzato al verso con carta dell'epoca, integrazione all'angolo superiore interno del foglio di titolo. Fori di tarlo sparsi ai primi 20 fogli.

Buona legatura settecentesca in piena pelle con nervi al dorso, fregi e titoli in oro su tassello, tipica degli incunaboli cui i Dionisi fecero eseguire una nuova legatura quando entrarono in loro possesso.Ex-libris inciso tardo settecentesco - con stemma marchionale della panoplia con lo scudo con al centro una stella.

Non comune edizione delle epistole di Ovidio, dette "Eroidi", con i commenti di Antonio Volsco e Ubertino Clerici da Crescentino. La raccolta è costituita da 21 lettere d'amore o di dolore, in distici elegiaci, che si immaginano scritte da famose eroine ai loro mariti o innamorati (Penelope ad Ulisse, Arianna a Teseo, Fedra a Ippolito, Briseide ad Achille...). Con quest'opera Ovidio dà vita a un nuovo genere letterario, quello della raccolta di lettere poetiche d'amore, a cui Giovanni Boccaccio si ispirò nella sua Elegia di Madonna Fiammetta.

Lafamiglia Dionisi, di cui è l'ex-libris settecentesco all'inizio, è tra le più antiche della nobiltà di Verona: il marchese Gabriele (1719-1808) fu l'artefice della ristrutturazione della villa a Ca' del lago di Cerea nonché del riordino e aggiornamento della biblioteca. La famiglia Dionisi aveva destinato al piano nobile la funzione di libreria e sala di lettura, precoce esempio di centro culturale dove si riunivano artisti e letterati. Dopo la dispersione delle migliaia di volumi del fondo antico, conserva ora i libri sul mobile d'arte contemporaneo della Fondazione Aldo Morelato.

Goff O161; IGI 7096; Madsen 2991;GW M28805; ISTC io00161000.
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